Comincia il campionato Juve-Fiorentina

Juve enorme con il Pipita e la difesa A Higuain si chiedono gol pesanti Mai così completo il reparto arretrato

 

 

Dieci domande alla Juventus che stasera, da campione d’Italia, apre la nuova stagione contro la Fiorentina. E’ la squadra più attesa, e non solo in Italia, per come è stata rinforzata sul mercato, non si ricordano campagne acquisti di questa portata. Dieci domande per inquadrare anche i problemi che Allegri, l’allenatore più invidiato di tutta la Serie A, deve comunque risolvere.

HIGUAIN NEL CAMPIONATO SCORSO HA SEGNATO 36 GOL. RIUSCIRÀ A FARNE ALTRETTANTI NELLA JUVENTUS? «Dal ‘60 ad oggi, vale a dire dopo i 33 gol di Angelillo con l’Inter nella stagione 58- 59, solo due cannonieri hanno superato quota 30, Luca Toni nella Fiorentina e Higuain nel Napoli. Segnare 30 reti in Serie A è un’impresa storicamente eccezionale. Il Pipita adesso ha due problemi: deve trovare la condizione (mica va tanto bene arrivare in un nuovo club, e quel club, e non avere il fisico da figurino) e poi deve capire il gioco di Allegri. Che non ha niente in comune con quello di Sarri. Più della quantità, è la qualità dei suoi gol che serve alla Juve: deve segnare in Champions, nelle partite pesanti, e se in campionato ne farà un po’ meno dell’anno scorso Allegri probabilmente non si arrabbierà».

ANCHE PERCHÉ DYBALA STA CONTINUANDO A PROGREDIRE. MA DOVE PUÒ ARRIVARE QUESTO RAGAZZO? «Cristiano Ronaldo ha 31 anni, Messi 29, Dybala 23. Se non in questa stagione, nella prossima (mantenendo questo ritmo nella crescita tecnica e di personalità), lo juventino arriverà a competere con i due fenomeni».

A PROPOSITO DI DYBALA, È IL PARTNER GIUSTO PER HIGUAIN? «Siamo di fronte a un ragazzo sveglio e intelligente, Dybala non cercherà di portare via spazio e gloria al suo connazionale: per diventare più forte ha bisogno anche lui della squadra, ha bisogno di vincere il trofeo più grande, la Champions, così metterà il suo talento al servizio di Higuain. A Napoli, l’uomo-assist del Pipita era il… gioco di Sarri, nella Juve sarà Dybala».

HIGUAIN E MANDZUKIC POTRANNO GIOCARE INSIEME? «A prima vista sembra un po’ complicato. Magari può essere una soluzione nel finale di partite che si complicano, quando c’è bisogno di rovesciare in area più palloni possibile. Poche difese hanno i mezzi per opporsi a due attaccanti fisicamente potenti come loro. Mandzukic è un colosso, ma si muove più di Higuain».

DAVVERO PJANIC PUÒ DIVENTARE UN GRANDE REGISTA COME SOSTIENE ALLEGRI? «Se lo dice il suo allenatore bisogna credergli. Oggi l’allenatore livornese ha bisogno del bosniaco in un ruolo scoperto. L’anno scorso, quando mancava Marchisio, ha fatto giocare mezza rosa davanti alla difesa, compresi Hernanes e Padoin. Pjanic ha molta qualità, ma perché possa rendere al meglio ha bisogno di sentire il caldo del centrocampo avversario. Pjanic fa gol, come li faceva Marchisio quando era interno e in regìa giocava Pirlo».

L’ASSENZA DI MARCHISIO È UN PROBLEMA. «Un bel problema. Anche perché Allegri ha bisogno di trovare una soluzione stabile, proprio per evitare la girandola di registi della stagione scorsa. Pure Lemina può essere un’alternativa, ma nessuno di questi è padrone del ruolo come Marchisio. Magari l’idea giusta arriverà dagli ultimi giorni di mercato».

E’ SUFFICIENTE BENATIA COME RINFORZO IN DIFESA? «Sì. L’ex bavarese avrà spazio perché Chiellini e Barzagli non possono garantire per mesi e mesi tre partite a settimana. Senza dimenticare Rugani che, dopo un anno a lezione di… cattiveria con docenti come Bonucci e Chiellini, dovrà dimostrare di essere un giocatore da Juve».

LA CONFERMA DI BONUCCI È UN PUNTO FONDAMENTALE IN PROSPETTIVA-CHAMPIONS. «E’ così. Tanti dicevano che, di fronte a una mega-offerta (si parlava dei 50 milioni del Manchester City), la Juve avrebbe fatto bene a cederlo. Certo, rinunciare a quella montagna di soldi per un difensore non sarebbe stato facile. Ma è andata meglio così, molto meglio. In questo momento, Bonucci è fra i primi cinque difensori centrali d’Europa, conosce la Juve, conosce la Champions, ha l’età della piena maturità. Per fortuna di Allegri, quell’offerta non si è mai concretizzata».

BUFFON FARÀ 39 ANNI NEL PROSSIMO GENNAIO. POTRÀ AVERE LO STESSO RENDIMENTO DELLA STAGIONE SCORSA? «Gigi gioca da 21 stagioni in Serie A e quella appena passata è fra le sue migliori cinque di sempre. Dentro c’è pure il record di imbattibilità. Ha fatto un Europeo straordinario e anche nel prossimo campionato sarà una certezza. Lui continua a dire che lascerà la Nazionale dopo il Mondiale in Russia, noi continuiamo a non crederci. Vedremo… Piuttosto ci sembra sempre meno comprensibile la scelta di Neto che, nel momento di prendere davvero il volo, ha lasciato un posto da titolare per fare la riserva a un mostro come Buffon. Mah».

AVENDO GIÀ PJACA, PUÒ ESSERE UTILE UN’ALA COME CUADRADO? «Sono due giocatori diversi e se la Juve di questa stagione deve diventare ancora più offensiva, perché lo richiede la Champions, il colombiano fa comodo, eccome. E’ un giocatore che scombina le difese avversarie. In un’intervista di qualche mese fa, Allegri parlando di Cuadrado ha detto che si era “civilizzato”, ma non sappiamo se questo è proprio un bene. Uno come lui va lasciato libero di seguire il proprio istinto. Basta ricordare la partita di Monaco contro il Bayern… Quanto a Pjaca, a 21 anni potrebbe aspettare tranquillamente il suo turno, Allegri è un tecnico che inserisce i giovani senza correre il rischio di bruciarli (è successo l’anno scorso perfino con Dybala), ma questo ragazzo è forte davvero e soprattutto ha una grande personalità».

RIPRODUZIONE RISERVATA Juve enorme con il Pipita e la difesa A Higuain si chiedono gol pesanti Mai così completo il reparto arretrato Comincia un campionato che ha una grande favorita Ecco dieci domande tecniche alla squadra da battere , in un’ipotetica griglia sembra esserci la Roma, forse di un’incollatura avanti al Napoli. Perché lo scorso anno, al termine di una stagione molto sofferta per i giallorossi (con tanto di esonero dell’allenatore) e quasi perfetta del Napoli (con i 36 gol di Higuain), alla fine la Roma è in fondo arrivata a due soli punti dai rivali. E il mercato delle due contendenti si è sviluppato su binari diametralmente opposti. Mentre il Napoli – perso Higuain – ha puntato sui giovani, da Zielinski a Milik, la Roma americana ha completamente invertito la sua missione cominciata cinque anni fa, facendo “all-in” su gente d’esperienza: da Peres a Fazio, da Vermaelen a Juan Jesus. Chiaro l’obiettivo di arrivare a un traguardo, per un team che non può aspettare. Non può aspettare Pallotta, che insegue finalmente un successo. Non possono aspettare Sabatini e Spalletti, che hanno il contratto in scadenza. Di sicuro Spalletti è stato accontentato in tutto, dal portiere ai difensori che ha fortemente voluto. Resta da capire se non sia stata sottovalutata, dallo stesso Spalletti, la partenza di Pjanic, a favore di una squadra che – come ha detto lui stesso – deve essere sempre pronta a riempire la partita, perché «un calciatore tocca al massimo il pallone per un minuto e mezzo e per il resto deve lavorare». Sarò un nostalgico, un esteta o un superficiale, ma continuo a credere che il calcio sia soprattutto di chi ti fa vincere la partita con una giocata, come lo scorso anno a Spalletti ha dimostrato tante volte lo stesso Pjanic o fragorosamente Totti.

Due palloni in quattro minuti sono serviti a ribaltare una gara persa. Ecco, senza Pjanic e con un Totti che si è autoguadagnato la conferma ma non è certo il preferito dell’allenatore, la Roma è sicuramente molto più solida – come vuole il tecnico – ma molto meno imprevedibile. Quanto sia poco considerata la cessione di Pjanic lo si è definitivamente capito nella conferenza stampa di ieri, al punto che Spalletti ha messo il neo juventino in relazione con Strootman, che è tutt’altro giocatore e di cui sarebbe stato il complemento ideale, o addirittura ha definito Paredes più forte del bosniaco. Tutto questo conferma quanto sia stata decisiva la mano del tecnico nelle operazioni di mercato. Un’assunzione completa di responsabilità da cui parte l’avventura giallorossa che gli toglie qualsiasi alibi.

Appena dietro parte l’Inter e non si capisce perché Mancini abbia così insistito per andarsene. La squadra è buona e può essere la vera alternativa al podio. Meglio della Fiorentina, molto meglio del Milan e della Lazio. Chi si aspettava da Lotito una reazione dopo la figuraccia rimediata con Bielsa (a proposito: non dicevano che ci aveva ripensato solo perché sarebbe andato ad allenare la nazionale argentina?) è rimasto deluso. Per ora il mercato è stato fatto esclusivamente con i soldi ricavati dalla cessione di Candreva.

Tare è stato bravo con Immobile e Bastos, resta da capire cosa accadrà in questi giorni finali di mercato. Ma il discorso vale per tutti, in un campionato aperto con alcune squadre che possono rappresentare le sorprese: Torino e Cagliari su tutte. Tra gli stranieri, fatti salvi i nomi noti, attenti a Krejcì del Bologna, l’eredità che Corvino ha lasciato ai rossoblù: ala sinistra potente e veloce, ha tutto per sfondare in Italia. In un campionato che si annuncia elettrizzante. Ci sarà da divertirsi. Alessandro Vocalelli

 

 

ALLEGRI «Dybala presto in cima al mondo» Il tecnico incorona l’attaccante argentino: «E’ determinato, ha gli obiettivi ben chiari»

Il messaggio di inizio stagione
è una sorta di avviso alla truppa.
Uomini avvisati, mezzi salvati,
specie dopo il tremendo
avvio di campionato dell’anno
scorso. Massimiliano Allegri
così indica la rotta ai campioni
d’Italia chiamati a ripetersi
per la sesta volta consecutiva:
«Aver fatto ottimi acquisti
non vuol dire che la Juve vincerà
matematicamente lo scudetto,
non sarà assolutamente
facile, bisogna meritarselo
sul campo».
Dopo gli arrivi di Pjanic,
Dani Alves, Benatia, Pjaca e
la ciliegina Higuain, il rischio
è proprio quello di considerare
tutto scontato. Tutto facile.
Cose che Max non vuole
neanche sentire. «Di facile
non c’è niente, soprattutto nel
calcio – riflette – Facciamo un
passo alla volta, come è giusto
che sia: l’obiettivo è arrivare a
marzo in lotta per tutte e tre le
competizioni. E da lì ci giocheremo
la stagione.
Ora, al via del campionato,
tutte le venti squadre avranno
zero punti». La rosa delle
avversarie per il titolo è chiara:
«Inter, Napoli e Roma sono
le nostre antagoniste, l’ordine
sceglietelo voi».
DIVARIO. Stando al mercato,
il divario sulla concorrenza è
aumentato. Ora dovrà confermarlo
il campo. «Non possiamo
dire se sia una Juve più o
meno forte – ragiona l’allenatore
bianconero -E’ una Juve
diversa, sono arrivati giocatori
con caratteristiche diverse.
Non avevamo Pjanic,
ma Pogba che è più fisico. Higuain
è un giocatore straordinario,
Dani Alves è differente
da Lichtsteiner e Cuadrado.
Benatia va a rimpiazzare Caceres.
Pjaca è un ragazzo molto
interessante, ha qualità fisiche
e tecniche, credo possa essere
la rivelazione». E poi c’è
una grande certezza che Max
eredita dalla scorsa stagione e
che risponde al nome di Dybala.
«Paulo può fare tantissime
cose migliori dell’anno scorso.
E’ un giocatore straordinario
che la passata stagione ha
avuto una margine di crescita
impressionante.
Ha obiettivi ben chiari, ogni
giorno tende a migliorare, per
questo diventerà tra i primi tre
giocatori al mondo. È questo il
suo obiettivo ed è un ragazzo
molto determinato». Non ci
sarà più, invece, Pogba: «Paul
può diventare anche lui tra i
tre migliori al mondo, è sulla
via. Però anche lui deve avere
gli obiettivi chiari e crescere».
MERCATO. In ogni caso, la Juve
non è ancora completa. Manca
ancora un centrocampista,
se non due, ma questo dipenderà
dalle cessioni. Allegri non
vuole parlare di mercato, né di
giocatori di altre squadre come
Cuadrado. Il ritorno del colombiano
comunque è a un passo:
prestito secco dal Chelsea per
un investimento di 3-4 milioni.
Ancora un paio di giorni e
poi sarà ufficiale.
Definita è invece la cessione
di Pereyra al Watford per
15 milioni, bonus compresi.
E non tramonta l’opzione
Wolfsburg per Zaza, nonostante
la trattativa sia saltata pochi
giorni fa, così come ritorna l’idea
West Ham. Per il centrocampo
si lavora sempre su Matuidi,
con Luiz Gustavo, Brozovic
(Inter permettendo, ma al
momento non ci sono aperture)
e Witsel come alternative.
APPROCCIO. Intanto la testa
deve essere solo alla Fiorentina
perché, secondo Allegri, le
prime due giornate in concomitanza
con il mercato «sono
micidiali». «Anche quest’anno
– aggiunge – ci sono cinque
giocatori nuovi, sono solo 17
giorni che lavoriamo insieme
e sicuramente ci vorrà un po’
di tempo. Nelle prime partite,
indipendentemente dalla
qualità del gioco, ci vorrà un
approccio caratteriale importante.
Sarà una partita molto
difficile, perchè statisticamente
nella prima parte della stagione
fa sempre ottimi risultati.
È una squadra brillante, con
buona tecnica, non ha cambiato
nessuno e rispetto a noi sarà
più avvantaggiata. Dopo cinque
anni di vittorie del campionato
l’asticella delle difficoltà
si alza sempre di più.
Dobbiamo far tesoro di
quello che è stato l’anno scorso».

 

 

Higuain scrive «Grazie Napoli tre anni super» «Non dimenticherò l’affetto ricevuto Ora lottiamo per lo stesso obiettivo» Spiraglio per Pjanic

 

In serata è arrivato il saluto, attraverso Instagram, di Higuain verso i tifosi del Napoli: «Domani (oggi ndr) inizia per me ufficialmente una nuova avventura, con una nuova squadra e nuovi tifosi che sono stato molto affettuosi con me. Visto che da domani lotteremo per lo stesso obiettivo ma su fronti diversi, voglio ancora lasciare un saluto e un ringraziamento ai tifosi napoletani con i quali ho gioito nei miei tre anni a Napoli e che mi hanno sostenuto con molto affetto, non vi dimenticherò, grazie di tutto!». Un post che ha raccolto migliaia di commenti, quelli positivi dei tifosi della Juventus e quelli “meno positivi” dei tifosi del Napoli.

CAMPO. Più no che sì. Miralem Pjanic rischia di saltare l’esordio in campionato di stasera allo Stadium. Tutta colpa della botta all’anca sinistra rimediata nei primi minuti dell’amichevole di Villar Perosa contro la Primavera. Ieri il bosniaco è tornato ad allenarsi, dopo la sola fisioterapia eseguita giovedì. Lo ha fatto a parte e questa è comunque una piccola speranza. Allegri lo ha inserito nella lista di convocati e questa mattina ci sarà il provino decisivo. Realisticamente le probabilità di vedere Pjanic titolare in cabina di regia questa sera sembrano poche anche perché, come ha ricordato lo stesso allenatore, è inutile rischiare danni peggiori. Il candidato forte a prenderne il posto è Mario Lemina: il franco-gabonese appare in netto vantaggio su Hernanes. Gli interni dovrebbero essere Khedira e Asamoah, mentre sulle fasce Dani Alves è favorito su Lichtsteiner a destra, così come Evra è in vantaggio su Alex Sandro a sinistra.

SETTE SU DIECI. Buffon a parte, Allegri assicura di aver già scelto «sette su dieci» uomini di movimento. Sicuro il terzetto davanti al capitano, vale a dire Barzagli-Bonucci-Chiellini e sicuro in attacco Dybala, per stessa ammissione del tecnico. Per il partner la candidatura forte è quella di Mandzukic: entrambi sono in grandissima condizione. A meno di sorprese, sarà il gigante croato a partire titolare, con Higuain, ancora in ritardo di forma, inizialmente in panchina. Si riparte dunque dalla coppia che tanto bene ha fatto l’anno scorso: 29 gol in campionato (19 Dybala e 10 Mandzukic) per il tandem che intende ripartire allo stesso modo nella nuova stagione. Verso il sesto scudetto consecutivo

 

E’ il giorno prima. Della battaglia contro la Juve, avversaria assoluta, nemica da sempre. Paulo Sousa è di nuovo davanti al microfono, tocca a lui raccontare la vigilia della trasferta a Torino. Per una volta partiamo dalla fine, da quel sorriso promettente, da quella venatura di ottimismo che gli fa dire che sì, Borja Valero può farcela, che bisogna essere ottimisti.

Anche il “sindaco” sarà della partita delle partite. Prima, comunque il tecnico portoghese ha ricordato a tutti, come fosse un mantra, che anche lo scorso anno, anche nelle battaglie senza vittoria la sua Fiorentina ha fatto paura alla Juve. Mettendola in un angolo a difendersi. Oggi bianconeri ancora più forti? Vero, ma questo non cambia il fatto che la Fiorentina, la sua Fiorentina, che è bella dentro, possa ritrovare quella luce che lo scorso anno spesso la illuminò. La Juve sia sicura, sarà battaglia.

PARLA SOUSA. «Lotto sempre per dare ogni giorno qualcosa in più. L’esordio è comunque un momento particolare. L’anno scorso abbiamo avuto una direzione subito chiara, con tutti i giocatori subito a disposizione, e con un’idea chiara tattica ed unica. Adesso la situazione è diversa, abbiamo avuto la rosa in periodi diversi. La Juve è davvero forte, ha dominato negli ultimi anni, ed è decisa a vincere anche in Europa. Se vedessimo la Serie A come un thriller, potremmo vedere la Fiorentina come un attore protagonista, con la Juve come attore principale». La stella che però dovrà fare i conti con i pianeti viola. Una Juve più forte di quella nella quale giocava Sousa? Cerniera, Paulo sorride, anzi ride e ci dribbla. C’era da scommetterci, domanda senza senso, come pensare di anticipare Joaquin.

SEMPRE LA JUVE. Poi ancora la Juve: «Il gruppo è cresciuto ancora, soprattutto davanti sono più forti rispetto agli ultimi anni. Anche quando sono dominati sanno come gestire le situazioni, come uscire dai momenti complicati e questo è un grosso vantaggio. Vogliamo offrire un calcio con poesia, bello, ma anche più cinico ed efficace soprattutto davanti. Tutti sappiamo quanto è importante questa gara per Firenze e per noi stessi». Già, JuveFiorentina è iniziato. Il clima è quello di sempre, ogni volta che la squadra viola si trova davanti alla squadra bianconera, un match che va oltre, che attinge a un eterno passato. E conta, per oggi e pure per domani.  «Loro forti, ma noi protagonisti» IJuventus