Ecco come funziona il reddito di cittadinanza

In Italia il reddito di cittadinanza non esiste. Esiste invece praticamente in tutto il resto d’Europa esclusa la Grecia. Vediamo come funziona nei vari Paesi europei.

In Austria il reddito di cittadinanza si chiama Mindeststandards. Lo possono richiedere tutti i residenti a prescindere dall’età, ma bisogna avere in mano un certificato in cui si dimostra di non poter lavorare. Il richiedente non deve possedere una casa. Il sostegno prevede 814 euro al mese se solo, oltre 1.221 euro se in famiglia, più gli assegni famigliari che variano da Land a Land. La durata è illimitata.

In Belgio il revenu d’intégration sociale è legge dal 2002. Fra i requisiti richiesti c’è la residenza da almeno 4 anni. Solo chi ha problemi di salute o ne ha avuti con la giustizia può farne richiesta. Nel caso di persona sola il sussidio è di 817 euro. Un po’ di più per la famiglia ma in questo caso si può contare sugli assegni sociali se il figlio non ha più di 10 anni. La durata è illimitata ma si fa il punto ogni anno.

In Bulgaria il legislatore ha previsto molti filtri antifrode. Solo chi è davvero povero può ottenere questo diritto, a patto che viva in una casa non più grande di una stanza, non abbia posseduto immobili negli ultimi 5 anni e sia iscritto nella lista di collocamento da almeno 9 mesi. Il reddito minimo è di 57 euro, quello per una famiglia il doppio. Ma a questo contributo vanno aggiunti casa e riscaldamento che sono gratuiti. La durata è illimitata, ma chi fa il furbetto paga con gli interessi.

Anche in Croazia per ottenere il reddito di cittadinanza ci sono delle barriere. I proprietari di autovetture e di appartamenti più grandi di 35 metri quadrati sono esclusi, così come i non residenti di lungo corso. Un single percepisce 145 euro al mese più metà del canone d’affitto. Una famiglia può contare su 237 euro. Il diritto si esaurisce quando arriva la prima offerta di lavoro, anche stagionale.

In Cipro, oltre alla residenza è prevista una soglia al reddito dichiarato. Anche la proprietà di immobili viene conteggiata nel calcolo. Alle persone sole viene erogato un assegno di 452 euro, alle famiglie 813 euro. Ma la durata è limitata a 1 anno per tutti eccetto che per gli ultrasettantenni.

Nella Repubblica Ceca il reddito di cittadinanza viene chiamato SAMN. Il titolare del diritto deve dimostrare di essere povero e inattivo e se da solo riceve 204 euro al mese, se componente di famiglia 360 euro. La durata è illimitata, ma chi rifiuta una proposta di lavoro viene automaticamente escluso.

La Danimarca è il Paese più generoso d’Europa. A tutti i residenti disoccupati o in malattia, con entrate inferiori a 1.300 euro al mese, viene erogato un assegno. Il sistema favorisce i giovani: gli under 30 hanno diritto a 924 euro al mese se vivono soli, 446 se invece stanno ancora con i genitori. Per le famiglie “povere” la soglia di cittadinanza è di 1.904 euro. Unico neo, tutti i sussidi sono tassati come i redditi da lavoro.

In Estonia la legge impone al Parlamento di adeguare tutti gli anni il reddito di cittadinanza al costo della vita. Per usufruire di questo diritto il cittadino deve essere incapiente e inattivo. Il sussidio è di 90 euro al mese per i single, 177 euro per le famiglie. Non è prevista una scadenza temporale.

In Finlandia, dove il Welfare State è nato, il reddito di cittadinanza è legge dal 1997. Tutti i residenti con reddito inferiore al costo della vita percepiscono quasi 500 euro al mese. Per le famiglie bonus più che raddoppiato. La durata è illimitata.

Il revenu de solidarité active francese viene erogato ai cittadini poveri che hanno più di 25 anni. I richiedenti devono siglare una sorta di patto d’onore con lo Stato e dimostrare la correttezza delle informazioni dichiarate. L’assegno è di quasi 500 euro per i single, più del doppio per le famiglie. Può essere concesso solo per una durata temporale limitata: 3 mesi.

In Germania il legislatore ha previsto tanti paletti. Sono esclusi dal sussidio gli stranieri residenti che non hanno mai lavorato e i liberi professionisti. Il sussidio è un po’ meno generoso rispetto ai Paesi del Nord Europa: 391 euro per le persone sole, 1.005 per le famiglie, ma copre tutto il periodo di difficoltà del richiedente.

In Gran Bretagna, grazie all’Income support, invalidi e disabili hanno un mezzo di sostentamento. Per essere idonei, oltre a essere cittadini di Sua Maestà, devono dichiarare un reddito complessivo che non deve superare i 20mila euro. In questo calcolo viene conteggiata anche la casa. Alle famiglie vengono garantiti 900 euro, meno della metà per le persone sole. La durata è illimitata.

In Grecia il reddito di cittadinanza non esiste.

L’Irlanda aiuta i cittadini poveri con un assegno cospicuo. Per poter vivere con dignità, il governo ha fissato un reddito minimo: 806 euro per le persone sole, quasi 1.500 euro per le famiglie. La legge non prevede una scadenza temporale, ma controlli periodici su chi è considerato idoneo.

I requisiti in Lettonia sono rigorosi: non si deve essere proprietari di casa da più di 1 anno, si deve dichiarare meno di 130 euro al mese e vanno conteggiati tutti i regali ricevuti da parenti e amici. L’assegno varia da città in città, ma non può superare i 128 euro per i single e i 384 euro per le famiglie. Il sussidio è a tempo: massimo 6 mesi, rinnovabile solo per casi eccezionali.

In Lituania il reddito di cittadinanza è di fatto un reddito di vita. Ai poveri vengono rimborsate tutte le spese relative a riscaldamento, acqua calda e acqua da bere. Per usufruirne bisogna avere il conto corrente bancario quasi al verde. Le somme non sono esorbitanti, ma sono relative al costo della vita nel Paese. Il diritto si esaurisce dopo 3 mesi, ma può essere rinnovato.”