Mika , “La normalità non esiste”

Mika, “la normalità non esiste”.

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Mika,il cantante, ex giudice di X FACTOR (che ha lasciato dopo tre edizioni), ha parlato davvero di tutto al Giffoni Film Festival.

Ha raccontato degli anni difficili a scuola quando la sua dislessia veniva scambiata per stupidità, di come ha canalizzato le energie negative nelle canzoni, dei suoi progetti futuri, delle paure (di cui ha bisogno). E dei Pokémon.

X FACTOR:  «Il lato migliore dell’esperienza a X Factor è stata la paura. Non avevo mai fatto Tv, non sapevo l’italiano. Nella mia carriera, ho avuto momenti di successo commerciale e momenti in cui non vendevo molto. All’inizio la mia reazione era nascondermi, non cercare sfide al di fuori della musica. X Factor è stato come rompere un muro. Pensavo che l’isolamento mi avrebbe protetto. Invece, non era vero».

DIVERSITÀ E TOLLERANZA: «Sono dislessico. Col tempo ho capito che è solo un modo diverso di pensare. A me è stata di enorme aiuto un’insegnante, una donna molto dolce, dolcissima: mi faceva sempre un tè all’inizio di ogni lezione e mi ha insegnato a usare un sistema visuale per organizzare nella mia testa, ricordare e imparare cose che altrimenti mi sarebbe sfuggite. La normalità non esiste. Vale per la dislessia, per la sessualità, per tutto ciò che siamo e che non abbiamo scelto di essere. La chiave di tutto è la tolleranza.

NIZZA: «Arrivo dalla Costa azzurra, ho fatto un concerto, il primo dopo l’attentato a Nizza. Quando sono arrivato a Giffoni, sono rimasto scioccato. Mi sono reso conto che, inconsciamente, mi ero abituato a vivere come se fossi sempre dentro a un aeroporto, con la polizia che imbraccia i mitra, i controlli di sicurezza, le transenne. Trovare tutti questi ragazzi qui mi ha fatto rivedere l’infanzia come dovrebbe essere: senza paura».

DIVANI E CIBI PER CANI:  È sempre pericoloso lasciar usare ad altri le proprie canzoni. Per tre volte mi hanno chiesto di poter utilizzare Grace Kelly in una pubblicità di divani e ho sempre detto di no. Lo stesso per uno spot di cibo per cani e gatti. Quando mi hanno chiesto perché, ho risposto: ‘Quel cibo è uno schifo, non lo darei mai ai miei cani’. Ci sono state molte polemiche sull’utilizzo delle canzoni da parte dei politici. È successo poco tempo fa con Donald Trump. Tanti artisti gli hanno negato l’utilizzo della loro musica nei suoi discorsi. Alla fine credo che se il messaggio di una canzone è positivo, arriva al pubblico a  prescindere dal contesto in cui viene usata».

POKEMON: «Ho un paio di fottuti Pokémon fuori casa mia a Londra, la mia vita è rovinata. Posso capire chi usa Tinder o Grindr. I miei amici lo fanno e funziona. Puoi andare a berti una birra con qualcuno o fare sesso. Ma con i Pokémon che cosa ci fai? In paradiso (Fa riferimento al titolo del suo album No Place in Heaven, ndr) non ci sono i Pokémon e neppure quelli che li cercano».

UNIONI CIVILI: «Quando dici di no a qualcosa e a qualcuno ottieni sempre un risultato negativo. In Italia si stanno per celebrare le prime unioni civili? Non c’e niente di cui discutere in proposito».

DISCO DI PLATINO E TV:  «Il 4 agosto chiudo il tour a Beirut. Sono stato in giro a fare concerti per 18 mesi. Entro agosto No Place in Heaven sarà dico di platino, mancano poche centinaia di copie. A settembre inizierò a lavorare al mio nuovo album: scriverò brani alla Paolo Conte in inglese e il pubblico mi dimenticherà. E, da novembre, sarò su Raidue con uno show. Non è che X Factor non mi piacesse più, ma avevo paura di ripetermi e sentivo il bisogno di poter essere più libero. Lo sto scrivendo con Ivan Cotroneo. Saranno 4 serate, e ho posto la condizione di non andare in onda il giovedì perché non volevo fare concorrenza a X Factor. Sarà un varietà, con ospiti, alcuni conosciuti al pubblico italiano, altri per niente.

ATTORE IO? «Mi hanno chiesto tre volte di fare un film ho sempre detto di no. Poi, qualche mese fa, ho fatto uno screen test. A loro e piaciuto e adesso devo dare una risposta. È un progetto americano. Per ora non mi sono voluto rivedere in quel video. Ho paura di dire sì e fare schifo».

(UN)HAPPY ENDING «La destinazione (Destination è il tema di questa edizione del Festival, ndr) è come Natale: prima che arrivi, tutto è delizioso, poi si finisce con i parenti che litigano. Ho sempre cambiato percorso per non arrivare mai, ho scelto di non avere una destinazione. Non credo nel lieto fine e non voglio sapere che succede dopo l’incontro tra il principe e Cenerentola. Preferisco la parte con i topi che ballano piuttosto che quella in cui lei ha la meglio sulle matrigna e le sorellastre. Perché dopo finirà per litigare col principe Azzurro, lui la tradirà con un’altra e lei si farà il botox».