Napoli a cresta alta

Hamsik: Noi grandi anche senza Pipita

«Il 30 ottobre togliamoci lo sfizio di batterlo a casa sua»

 

Questa è una bella storia, che quasi non sa di calcio: ha dentro di sé vari contenuti, tra i quali spicca il sentimento. E non ci si rifugi nella retorica spicciola, perché questo è un decennio diverso, vivo e anche vibrante, frastagliato dalle umane miserie della strada – una rapina a mano armata – però arricchito dall’empatia, da un senso d’appartenenza che in Marek Hamsik ha avuto il sopravvento e l’ha spinto a scegliere Napoli. Era un bambino, quando arrivò, lo sguardo sperduto in quella landa e l’eco della contestazione intorno a sé: chi era mai Hamsik, e con lui Lavezzi, per ritenerlo un rinforzo degno del Napoli? Non poteva essere scritto né sulla sabbia (di Castel Volturno),né in quell’aria pesantissima che s’avvertiva all’epoca: e certo non l’immaginava neanche Marek Hamsik, appena ventenne, che qui sarebbe rimasto per la sua «eternità calcistica», ora capitano e persino bandiera, il simbolo di un’Idea diversa di fare calcio, credendo nei valori – anche quelli tecnici – e ritenendoli esemplari. «Sono contento, sono qui ormai da dieci anni e non è finita: vediamo dove arriverò, magari non solo solo statisticamente, nella conta dei trofei. Io sogno di vincere lo scudetto con la fascia al braccio. E sarebbe stupendo anche battere Bruscolotti, che ha 511 presenze: si può fare». IL FIGLIO PREDILETTO. Questa è una storia quasi unica nel suo genere, in questo calcio del Terzo Millennio che brucia rapidamente i ricordi, la memoria, le tracce di un feeling che invece in Hamsik e in sua moglie si sono radicate nell’anima e li hanno spinti a metter casa a Castel Volturno, dove c’è un orizzonte che aggrada entrambi. Questo «è il figlio ideale» (De Laurentiis dixit) d’un football che dunque ha una sensibilità e sa essere anche – soprattutto – un affare di cuore. Poi c’è il calcio e sembra quasi divenga un dettaglio, nella fascinosa interpretazione da leader di un Hamsik che si confessa a Kiss Kiss, ora che il pallone sta per riprendersi il centro.del palcoscenico. «Non vedo l’ora di cominciare: le aspettative sono altissime, il Napoli deve puntare sempre in alto e magari migliorare la posizione dell’anno scorso. La Juventus non ha vinto lo scudetto, come sento dire in giro: sta per partire una maratona e noi, a differenza dell’anno scorso, intendiamo partire bene».

 

L’UOMO DEI RECORD. Questa è la storia di chi, avendo scoperto Napoli, ha deciso di costruirsi il suo mondo sotto un cielo azzurro, senza inseguire né aquiloni, né aspettative, anzi dicendo no al Milan, alla Juventus ed al Manchester United, preferendo vivere a modo suo, avvertendo cioè il richiamo della coscienza e lasciandosi cullare dalla magìa di un affetto ipnotico. «Io qui sto bene e la mia famiglia è felice. Ora si riparte con le gare, ci aspetta un Pescara che vorrà darci noia e che non andrà sottovalutato.

Bisogna farsi trovare pronti per evitare lo scherzetto. Ci presentiamo forti del nostro gioco, che possiamo ancora migliorare. I nuovi si sono ambientati immediatamente, io ho sensazioni positive: siamo competitivi su tre fronti, pronti per affrontare qualsiasi competizione, Champions compresa». L’OMBRA DEL PIPITA. Questa è un’altra storia, adesso, nella quale c’è un eroe in meno, ed è Higuain, e in quel vuoto che s’avverte emerge il senso di smarrimento d’una città che Hamsik scaccia via senza l’uso del populismo ad effetto, ma alzando la cresta e con fierezza: «Ai tifosi, che hanno perso un idolo, dico di non preoccuparsi: sarà una grande stagione, Gabbiadini e Milik sono grandi calciatori.

E il 30 ottobre, in Juventus-Napoli, sarebbe divertente togliersi uno sfizio: vincere per la prima volta in quello stadio, sotto gli occhi del Pipita». Questa è la Storia: dieci anni di Hamsik.

 

 

 

 

 

 

Il Napoli ha un’idea: il baby Toljan

 

 

E’ questo il giorno, come sempre: poi va a finire che sorge l’intoppo. E’ il mercato e bisogna farsene una ragione, viverlo attraverso le sue abitudini, le proprie dinamiche ed uno stato d’ansia ch’è diffuso ovunque.

Però è questo il giorno di Amadou Diawara (19) e sarà poi gustoso scoprire cos’abbia mai fatto in questo mese e mezzo da latitante, nascosto tra le pieghe d’un Mondo tutto suo: quindici milioni di euro per il Bologna, prima di infilarsi in una trattativa laboriosa con i manager. Però la fumata pare azzurra o magari lo diventerà. E quando anche il medianone potrà cominciare le pratiche per imbarcarsi verso Napoli, allora si dirotterà altrove la propria attenzione. IO NON MOLLO.

Cairo resiste, De Laurentiis insiste e Maksimovic (25) diventa il tormentone ufficialmente dell’estate, il botto finale di un mercato che ha (quasi) detto tutto. Ma il corazziere è una priorità del Napoli, lo sa bene il Torino, irritato per l’atteggiamento del difensore serbo, convinto che dietro quell’irrigidimento ci sia la proposta choc ricevuta da Castel Volturno: però, c’è un limite anche alla propria fierezza e stavolta, dinnanzi all’offerta da venticinque milioni con dentro una percentuale sull’eventuale rivendita, Cairo potrebbe piegarsi alla riflessione d’obbligo per chi fa il manager. Si procederà ad oltranza, dunque, e si aspetteranno novità: tanto ci siamo, manca poco o niente al Big Ben, e ci imbatteremo in un sì o in un no.

LA CORSIA. Rimane ancora un pezzo, per completare il mosaico: la tentazione di cercare un laterale destro (e sinistro) è rimasta forte, perché in gennaio il Napoli perderà sia Koulibaly che Ghoulam, destinati alla Coppa d’Africa. Niente da fare, De Sciglio non si muove da Milano: l’hanno ripetuto ancora al Napoli, che si è rassegnato ed ha guardato oltre, tenendo sempre bene in mente che, nel caso, Caceres saprebbe fare tutto, il fluidificante ed anche il centrale.

Ma a Giuntoli piace, e neanche poco, Jeremy Toljan (22) dell’Hoffenheim, un pilastro della Nazionale olimpica tedesca che sa giocare su entrambe le fasce, che rientra nei parametri (anche anagrafici) d’un club avvistato persino in Brasile, attraverso uno dei propri emissari, per tentare di arrivare a Thiago Maia (19) e Guedes (22), centrocampista e difensore esterno del Santos. Ma questo è il mercato del poi. LO SPRINT. Perché la precedenza è indiscutibilmente di Diawara e di Maksimovic, nell’ordine anche causale che offrirà il mercato: dovesse Cairo lanciare un incoraggiante indicazione, si potrebbe sempre chiedere scusa per un momento, spostarsi su Torino, concludere un affare e poi completarne un altro. Aspettando Rog, annunciato in arrivo per il giorno 25, perlomeno si chiuderebbe il mercato (lasciandosi comun que la possibilità di osservarlo con distacco e però con attenzione, sapendo che nel last minute potrebbe capitare ancora qualsiasi cosa..)

 

Almeno due dubbi legati alla formazione, in vista della sfida di domani sera contro il Napoli, ma con una certezza: il Pescara giocherà senza snaturarsi. Massimo Oddo, in attesa dell’ultima settimana di mercato e dei rinforzi richiesti e promessi, si giocherà la partita con la voglia almeno di provarci. Intanto, in queste ore che separano il Pescara dall’atteso esordio, il tecnico sta studiando le mosse da opporre alla corazzata di Maurizio Sarri. Il Pescara è già deciso per nove undicesimi. Da capire chi giocherà al centro della difesa con Gyömber quasi certo del posto e Zuparic e Coda in lotta per l’altro posto.

A centrocampo Memushaj, Brugman e Cristante dovrebbero andare a comporre il terzetto di centrocampo, con Verre e Benalì a supporto di Caprari che, così come accaduto nel match di Coppa Italia con il Frosinone, fungerebbe da vertice avanzato dell’attacco. L’escluso dovrebbe essere l’albanese Rey Manaj, unica punta di ruolo in organico considerando l’infortunio di Nicastro. .

Oggi, nella rifinitura pomeridiana a porte chiuse, Oddo proverà la formazione anti-Napoli. Intanto in città è già partito il conto alla rovescia per la sfida con i campani. I biglietti dei settori tribuna Maiella, tribuna Adriatica e curva Nord sono esauriti. Ancora posti invece nel settore di curva Sud, interamente destinato ai sostenitori ospiti. Predisposto un servizio d’ordine eccezionale per l’evento, considerando i rapporti non proprio amichevoli fra le due tifoserie. La partita è infatti considerata a rischio dalle autorità di pubblica sicurezza. La presenza di tifosi napoletani (residenti in Abruzzo) nei settori di tribuna Maiella e Adriatica è molto più di un’eventualità e questo potrebbe rappresentare un elemento di rischio. Felice, invece, il cassiere biancazzurro, grazie alla presenza di oltre 19mila spettatori.