STUPRATORE UCCISO DALLA FOLLA INFEROCITA

Tragico epilogo per una tragica vicenda. In India una folla inferocita ha picchiato a morte il giovane Jitendra, un uomo di 25 anni, accusato di avere violentato una bambina di otto anni alla periferia di Nuova Delhi, in una zona di campagna.

Due persone sono state arrestate. L’uomo è stato aggredito dalla folla dopo essere stato accusato di avere stuprato la bambina nel distretto di Ghaziabad, a soli 20 chilometri dalla capitale indiana.

“È stato trascinato fuori dalla sua casa e picchiato a morte”, ha dichiarato il responsabile della polizia di Ghaziabad, Arvind Kumar Maurya. “Per il linciaggio abbiamo arrestato due persone”, ha aggiunto, spiegando che “uno dei due è un membro della famiglia della bambina e l’altro è un vicino”. La polizia, intanto, indaga anche sullo stupro. Non è il primo caso in India, ce ne sono stati altri simili. A febbraio, infatti, due uomini sospettati di avere stuprato e ucciso una bambina di cinque anni nel nordest del Paese furono trascinati fuori da una stazione di polizia e uccisi dalla folla. Nel 2015, sempre in India, una folla inferocita fece irruzione in un carcere, nel nordest del Paese e uccise un uomo accusato di stupro.

La violenza sulle donne, nel Paese, rappresenta una vera e propria piaga sociale. Tanto che è stata creata una pistola ad hoc che porta il nome di una ragazza stuprata: Nirbhaya. Una studentessa di ventitrè anni violentata fino alla morte a New Delhi il 22 dicembre del 2013. Si tratta di un’arma destinata alle donne. Cinquecento grammi di peso e tascabile. “Può tranquillamente entrare nel borsellino” aveva dichiarato alla Bbc Abdul Hameed, general manager dell’azienda che ha ideato l’arma “rosa”.

Ma forse, rispondere alla violenza con la violenza non può, non deve, essere la giusta strada. Gandhi diceva che “Il sentiero della nonviolenza richiede molto più coraggio di quello della violenza”. Forse, bisogna imparare ad essere più coraggiosi. Perché occhio per occhio acceca il mondo.