Questo sarà il quesito al quale tutti noi cittadini siamo chiamati a rispondere il giorno 4 dicembre 2016…
Innanzitutto vediamo cosa dice “il titolo V della parte II della Costituzione: è una parte della Costituzione che, diciamo, designa gli aspetti e le funzioni dei nostri attuali organi locali, come le regioni, i comuni e le province.
Già in passato si era cercato di riformare questa parte della Costituzione, fino ad arrivare alla riforma del 2001 che delega agli enti locali un grande potere e molta autonomia decisionale e gestionale., superando di gran lunga le mansioni dello Stato.
Questa norma ha portato, però, a molti disagi, perché molti consiglieri regionali hanno utilizzato i fondi elettorali a sproposito e lo Stato si è trovato a non poter fare nulla proprio a causa del Titolo V della Costituzione che protegge le regioni e impedisce allo Stato di obbligarle a ridurre le indennità dei consiglieri o a diminuire l’entità dei fondi destinati ai gruppi consiliari.
– Con il referendum si vuole aumentare il potere decisionale dello Stato e ridimensionare quello delle autonomie locali, e addirittura si pensa all’abolizione delle stesse.
E a proposito del CNEL?
Il CNEL è il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro: esso ha l’autonomia di dare consigli al governo e al parlamento su queste due materie e, addirittura, può proporre leggi.
– Domenica si vuole arrivare all’abolizione di questo Consiglio, perché ritenuto troppo costoso e poco utile.
Affrontiamo il tema del bicameralismo paritario: la Camera e il Senato, cioè i due rami del Parlamento, hanno le stesse funzioni. Hanno il compito di fare leggi e dare o revocare la fiducia al Governo. Ogni legge viene discussa, approvata e votata da ciascuna Camera. Se la legge riceve modifiche da una Camera, essa ritorna all’altra Camera per essere di nuovo discussa e votata. E tutto questo richiede più di 500 giorni…
–Con la riforma del 4 dicembre si vuole ridurre il tempo medio di approvazione. Verrà abolito il Senato. La Camera sarà l’unico organo eletto, con il compito di accordare la fiducia al Governo e fare leggi.Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori, fra sindaci e consiglieri regionali.
E i costi di funzionamento delle istituzioni?
-Secondo la nuova riforma, i costi saranno ridotti alla grande, proprio perché diminuisce il numero dei senatori. Inoltre i nuovi senatori non percepiranno “uno stipendio da parlamentare”, ma “un normale stipendio da amministratore”. E, per finire, verrà abolita la figura del “senatore a vita”, ad eccezione di quelli attuali che resteranno in carica fino alla scadenza del mandato.
E a questo punto viene da chiedersi: come verranno eletti “questi nuovi senatori”? Per il momento, stando alle “intenzioni del Governo”, anche i nuovi senatori saranno eletti dai cittadini…
.