Un duplice caso di atroce crudeltà

Sono due i casi che, in queste settimane, hanno fatto molto parlare… due casi molto diversi tra loro, ma avvenuti con la stessa modalità.

Il primo caso riguarda la 22enne Ylenia Bonavera e il suo fidanzato Alessio Mantineo.

Tutto ha inizio nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, quando, dopo aver trascorso un’intera notte in discoteca, i due fidanzati hanno avuto una lunga ed accesa discussione e Alessio, dopo essersi procurato della benzina, si è presentato alla porta di Ylenia, le ha rovesciato addosso il liquido e ha dato fuoco con un accendino. Ylenia, a quel punto, con gli abiti infiammati, suona alla porta della vicina di casa, che chiama il 118. La ragazza viene ricoverata nel reparto di chirurgia plastica al Policlinico di Messina e Alessio viene arrestato. Nell’ordinanza emessa dal GIP di Messina, Eugenio Fiorentino, si parla di “studiata pervicacia criminale”, di “aver agito con premeditazione e crudeltà”, “di una condotta che palesa la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive”. Questi, quindi, sono i motivi che hanno portato alla carcerazione del 24enne. Molte sono, inoltre, le prove contro di lui: ci sono i riscontri della Scientifica nell’appartamento della ragazza, le testimonianze dei vicini e, soprattutto le immagini di alcune telecamere di un vicino impianto di carburante. Secondo le immagini, Alessio riempie di benzina una bottiglia di plastica alle ore 04.25 di quella notte, poco prima che la ragazza chiede aiuto alla vicina. A confermare la tesi dettata dalle telecamere, c’è la testimonianza dell’ impiegato di turno quella notte al bar dell’ impianto di Contesse che ricorda bene quel ragazzo che, dopo aver acquistato un pacchetto di sigarette, chiede una bottiglia di plastica e fa un euro di benzina. Nonostante l’impianto probatorio sia molto forte nei confronti del 24enne, la sua fidanzata Ylenia e la sua famiglia continuano a difenderlo a spada tratta. Ylenia, sul suo profilo Facebook, scrive: “Schifosi, stanno perdendo il vero assassino che non è mio marito. Sanno chi è… lo stanno cercando. Mio marito uscirà presto e vedrete il colpevole. La benzina serviva per il motore, lo vedrete presto e vi farete un bell’esame di coscienza”. La ragazza, infatti, continua a sostenere che non è stato Alessio a darle fuoco e che quella benzina gli serviva per il motorino. Il padre di Alessio dice: “E’ innocentissimo. Non ha mai fatto male a una mosca. Era una relazione burrascosa, ma sempre da parte di lei. Mio figlio tornava a casa pieni di lividi. Lei lo ricattava”. E anche Ylenia racconta una versione simile in un’intervista a Pomeriggio 5, programma pomeridiano durante il quale la ragazza racconta che capitavano spesso delle discussioni ma era lei, spesso, ad essere aggressiva e a dargli qualche spinta e nel quale rivela, inoltre, che un episodio simile le era capitato anche quattro anni fa e, in quella situazione, non conosceva ancora Alessio. Sarà vero? Sta di fatto che Alessio resta in carcere con l’accusa di tentativo di omicidio pluriaggravato. E, intanto, Ylenia viene dimessa dall’ospedale e portata in un luogo protetto, in una comunità d’assistenza in provincia. Dalle ultime notizie emerge che la ragazza è al terzo mese di gravidanza. Queste, invece, sono le parole della mamma di Yllenia: “Vivo in un incubo. Ho paura che mia figlia possa mettersi di nuovo nei guai. Mi vergogno, perché la posizione di Ylenia è un’offesa per tutte le donne che hanno subito violenza da un uomo e hanno trovato il coraggio di accusarlo”.


L’altro caso, invece, riguarda Jessica Notaro e il suo ex convivente Jorge Edson Tavares.


E’ proprio Gessica a ricostruire quegli attimi brutali vissuti nella notte tra martedì del 10 e mercoledì 11 gennaio: ” Erano da poco trascorse le 23,15, quando sono rientrata a casa con la mia auto in compagnia del mio attuale fidanzato. Sono arrivata vicino alla sbarra e lui è sceso dopo esserci salutati. Io sono andata verso il mio stallo, mentre stavo uscendo ed aprendo la porta per recuperare la borsa mi sono trovata davanti, all’improvviso, il mio ex, Eddy. L”ho visto. Ho visto Eddy che aveva in mano una bottiglietta di plastica. Era vestito di nero. Senza dire una parola, mi ha versato del liquido addosso ed è fuggito. L’ho rincorso per qualche metro, urlando dal dolore, La faccia mi bruciava e la vista mi si appannava sempre di più. Speravo ci fosse il mio attuale ragazzo, ma lui era già andato via. Sono corsa verso casa e ho citofonato a mia madre. Siamo corse subito in ospedale”. L’acido l’ha colpita in pieno volto e, per scivolamento, su un fianco. Edson, però, si difende: “Sono uscito da casa mia a Rimini alle 20.30 e sono salito in auto. Ho girato per la città, sono andato in centro, sul lungomare. Ho guidato per le strade milanesi fino a mezzanotte. Poi ho raggiunto degli amici a Cattolica e lì ho trascorso l’altra parte della serata e della notte. Non ho visto nessuno e non sono entrato in nessun locale. Ho girato in auto, come faccio spesso di sera”. Quando gli viene chiesto dei sui rapporti con Jessica, nemmeno un velo di gelosia fa trasparire: “Ci siamo anche visti in un bar a metà dicembre. Abbiamo parlato. Mi cercava anche lei. Ho saputo che stava con un altro. Mi è dispiaciuto perché non me l’aveva detto lei. Ma che male c’è! Anch’io ho un’altra fidanzata”. Poi, dopo 40 minuti di interrogatorio, si chiude in se stesso: “Basta, non voglio più parlare”. L’uomo, che Jessica aveva già denunciato ad agosto per stalking, è sottoposto a fermo, con le accuse di lesioni aggravate, in attesa della convalida dell’arresto.

Questi, purtroppo, sono solamente gli ultimi due casi di una lunga serie…

E allora mi chiedo:

Quanti altri casi dovranno esserci ancora prima di arrivare a dei “provvedimenti forti” contro queste persone folli?

Tutti dicono che è opportuno denunciare… ma denunciare a quale scopo? Denunciare per non essere credute? Oppure, magari, con lo scopo di ritrovarteli davanti dopo qualche periodo “di riposo” dietro le sbarre, che finisce “per buona condotta”??

Ma poi… mi chiedo… come si fa a definire “buona” la condotta di una persona che, seppure abbia trascorso un periodo di straordinaria e impeccabile condotta in carcere (chissà perchè…), è comunque la condotta di un qualcuno capace di commettere un gesto simile?

Quindi… basta saper fare finta di “essere cambiati” per scampare il pericolo??

Perché, diciamoci la verità, una persona capace di gesti simili non può cambiare… E’ difficile cambiare, anche per una persona “normale”… come si può pensare che queste persone cambino??