Concorsi truccati, 7 persone coinvolte

Concorsi truccati a Caserta.

Caserta - Piazza Vanvitelli

Si è svolto ieri mattina l’interrogatorio sul caso dei concorsi per l’esercito truccati, a Caserta.

Come ricordiamo, sette sono le persone coinvolte nel caso, indagate per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di corruzione, al fine di favorire illecitamente il superamento dei concorsi per il reclutamento nell’Esercito Italiano.

Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare figurano quattro militari dell’Esercito Italiano e uno appartenente alla Guardia di Finanza. Nei confronti di due militari sono stati disposti gli arresti domiciliari, gli altri due sono sospesi per 12 mesi, mentre per il quinto è stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Gli Imputati, secondo l’ipotesi  accusatoria, abusando della loro qualifica e violando i doveri inerenti il sevizio prestato nell’Amministrazione militare di appartenenza, in una specifica occasione si facevano promettere e consegnare (da un operaio residente nella provincia di Napoli) la somma di diecimila euro in contanti, in cambio del loro intervento diretto a fornire informazioni riservate e a “segnalare” la figlia del medesimo nelle prove selettive relative al Concorso VFP4 per il reclutamento 2015 nell’Esercito Italiano.

Al centro della inchiesta del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, diretto dal colonnello Giovanni Salerno, ’e’ un maresciallo in servizio al 17esimo reggimento Aqui di Caserta, che si occupa proprio del reclutamento delle giovani leve, luogo oggetto di perquisizioni. Fedele Martiniello, finito agli arresti domiciliari, e’ colui che incassava i soldi degli aspiranti militari, ma era capace di coinvolgere e contattare altre decine di persone, alcune delle quali finite nella rete della Finanza, altri invece ancora da individuare. Martiniello, secondo la accusa, aveva i ‘contatti giusti’ e riusciva anche a procurare le domande dei test di cultura generale. Non millantava di sapere, lui realmente conosceva quelle domande.

Alla base dell’inchiesta dunque vediamo: i militari (il maresciallo di Gricignano d’Aversa Fedele Martiniello e il finanziere di Pompei Antonio Izzo) agli arresti domiciliari, i militari (il capitano Gennaro Apuzzo di Bellona e il capitano Sebastiano Pacelli) sospesi per 12 mesi, i coniugi napoletani (Giuseppe e Carmela Mascolo) che hanno pagato la somma di 10.000 euro per far entrare la figlia nel’esercito e il caporal maggiore dell’esercito, presso l’ufficio “concorsi” del distretto militare di Caserta, Simmaco Busico, sospeso per 12 mesi.

Busico è accusato di reato di associazione per delinquere, e non quello di corruzione, mentre Izzo, martiniello e i coniugi sono accusati di corruzione.

Nelle 200 pagine di ordinanza ci sarebbero solo due telefonate che coinvolgono Busico, nelle quali quest’ultimo chiederebbe e otterrebbe 2000 euro da Martiniello.

Soltanto Busico e Apuzzo non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Il caporal maggiore ha raccontato l’intera dinamica di quel passaggio di denaro. Secondo le sue dichiarazioni, avrebbe chiesto quei sodi perché aveva bisogno di un prestito, per una carenza economica che aveva in quel periodo, ma che aveva iniziato a restituire, inizialmente, con la somma di 100 euro mensili. Avrebbe, poi, smesso la restituzione alla notizia che suo padre avrebbe preso, da lì a poco, una certa somma di denaro che avrebbe, poi, dato al figlio.

Gli avvocati difensori di Busico, Marco Argirò e Massimo Trigari, hanno già annunciato la presentazione di un ricorso al tribunale del riesame, affinché venga annullato il provvedimento di sospensione dal  lavoro.